Apocalisse
Gianluigi RomanoImmense distese di vergini terre ove prima si udiva
il canto del vento trapassare gli alberi in fiore,
giacciono ora nel silenzio dei giorni di morto.
Il cielo solcato da ferite inguaribili,
vomita stille di acido blu
su pianure divenute lunari.
Il mare si è inabissato nell’atroce dolore
delle sue tumultuose onde
che vanno a morire su una riva
ubriaca di noia e di urli nevrotici.
La notte e il giorno si confondono,
come in un sogno realmente vissuto,
in una triste realtàsenza amore.