Senza Filtro A.I.P.M

 “Catarro, vino c'o carro”
 “Catarrh, wine with the cart (non fa rima però)”

Che Pasqua ci vogliamo fare?

Credo che molte persone, come sempre, non abbiano capito niente. Del resto non è così semplice capire le ragioni per cui a Cervinara, in un paese dove non c’è mai stato niente e dove non si è fatto mai niente, c’è finalmente uno spazio per i giovani, libero da qualsiasi vincolo partitico, ispirato soltanto dalla voglia di fare e di impegnarsi. Chi ce l’ha fatto fare? Puo darsi che abbiano ragione gli sprovveduti che dicono che lo abbiamo fatto per un capriccio. Può darsi, ma io non credo che la situazione sia così grave. Immagino però che le pecore, sempre più numerose, stiano correndo dietro il pastore.

Quello che forse non è stato messo bene in chiaro è che il nostro Centro Sociale è aperto a tutti e vuole dare ad ognuno la possibilità di coltivare un interesse. Certo, ci stiamo organizzando, ci siamo rotti la schiena per mettere a posto la vecchia struttura che, vi assicuro, quando siamo entrati per la prima volta, faceva veramente schifo. Non ci siamo persi d’animo allora, quando ci siamo trovati di fronte alla rovina e all’abbandono, perché dovremo farlo proprio adesso? Perciò noi andremo per la nostra strada.

Siamo aperti ai consigli, ai contributi ed anche alle critiche, sempre che queste siano utili a far andare meglio le cose e non siano semplicemente superficiali giudizi di persone poco informate. Cosa si può fare allora in questo Centro?

Si può suonare, recitare, dipingere, scolpire, scrivere, leggere, ballare, partecipare a convegni, manifestazioni, cineforum, corsi di training autogeno, dedicarsi al volontariato, aiutare gli altri. Chiunque è interessato puo venire a trovarci, le persone motivate e capaci sono le benvenute. Discorsi del tipo: “In questo schifo di paese non si fa mai un cazzo”, ne abbiamo appunto fatti e sentiti troppe volte. Perché è fin troppo facile essere distruttivi e pessimisti nei confronti delle nuove iniziative, soprattutto se a portarle avanti sono dei giovani, a torto considerati delle teste di cazzo dai “grandi”, forse per il timore che possano rubare loro il compito di migliorare le cose. Ma questo è un discorso troppo lungo che preferiamo evitare raccogliendo la sfida che i “pessimisti” più volte ci hanno lanciato.

Tutto sta a seguire la propria strada, unire le energie, migliorarsi. Questo è. Se ciò non accade, allora che Pasqua ci vogliamo fare?