Senza Filtro A.I.P.M

 “'E spade stann' appese e 'e foderi cumbattono”
 “The swords are hanging while sleeves the are fighting”

Editorialista per caso

La stampa popolare, per soddisfare i lettori avidi di sciocco romanticismo, si è subito affrettata a darci per morti. I motivi della ns. assenza sono tanti: per primo, con l’arrivo dell’estate un po’ tutti siamo andati in vacanza, poi c’è anche da mettere in conto l’abbandono da parte di molti perché semplicemente per loro “Impronte” era solo un posto dove perdere tempo.

“Senza Filtro” ritorna ai nostri lettori in una nuova forma, non più solo racconti, ma anche un’occhiata all’attualità locale e oltre, con un appunto: quello di non prenderci troppo sul serio.
Per non prenderci troppo sul serio voglio subito mettere in evidenza alcuni punti dolenti della nostra realtà. La prima riflessione che mi viene in mente è quella che riguarda le feste “paesane” in cui c’è uno sperpero di denari in cantanti falliti, illuminazioni decadenti e antiestetiche, senza mai spendere un soldo per un gruppo locale (Musicale, teatrale, ecc.). Vorrei sapere chi amministra i soldi con quali criteri valuta queste inutili spese; ma il peggio in tutta questa storia è che si specula sui santi senza che i soldi siano mai indirizzati verso il patrimonio artistico locale. Sento molta gente che si lamenta di questa situazione, però nessun provvedimento viene preso, e lo sperpero è ogni anno maggiore.

La cosa che mi fa più rabbia è che i giovani, se li senti, sono tutti contrari alle feste, però se ne infischiano, perché pur di non avere responsabilità o qualcosa a cui pensare, per loro tutto va bene così. Forse mi sto prendendo troppo sul serio, dovrei pensarci meno, l’importante è la salute e almeno quella c’è. Mi auguro solo una cosa: che “Impronte” abbia la forza di incominciare un discorso alternativo, e che a noi si aggreghino giovani (e non solo) che abbiano soprattutto voglia di rendersi partecipi dell’attività del centro, perché solo in questo modo potremo sopravvivere.
Ringrazio i ragazzi che mi hanno dato l’opportunità di scrivere l’editoriale del “ritorno”.
Concludo citando Kerouac:

Lo so che non so scrivere
versi
ma questo è il mio libro
di righine lattine
di birra e allora compatiscimi
invisibile
lettore lasciami pasticciare
anche
quando ho i postumi e sono senza
idee.