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Harold e Nelson, la fine

Durante una delle nostre riunioni di redazione, precisamente quella di martedì scorso, ci è giunta la notizia della morte di due nostri collaboratori. Harold e Nelson sono stati trovati carbonizzati. La tragedia si è consumata nella notte tra lunedì e martedì. Alcuni di noi, lasciata la redazione, hanno raggiunto la locale stazione dei Carabinieri per avere delucidazioni sull’accaduto. Dopo qualche giorno siamo riusciti a ricostruire gli avvenimenti, grazie alle varie testimonianze raccolte tra forze dell’ordine, familiari ed amici.

Il fatto va ricondotto alla notte di sabato, quando i due amici, completamente ubriachi, hanno tentato di entrare alla “Universi Immaginari” (nota discoteca locale) senza successo. Alcuni testimoni ci hanno detto che, dopo una breve e violenta discussione con gli uomini (scarpe-di-cuoio calzoni-militari) del servizio d’ordine, sono stati allontanati in modo non del tutto ortodosso. Il giorno successivo all’episodio appena citato, Harold e Nelson si sono ritrovati a casa del secondo a commentare l’accaduto bevendo birre, la tv accesa che trasmetteva l’intervista di G. Minà a Fidel Castro sulla figura del “Che” (testimonianza della figlia di Nelson). Il tono concitato della discussione ed i fumi alcoolici non promettevano nulla di buono, forse la loro idea è stata partorita allora.

La notte successiva intorno alle due, strilli di sirene hanno squarciato la notte. La porta d’ingresso di “Universi Immaginari” era invasa dal fuoco e sotto di essa versavano i corpi non più urlanti e senza vita dei due, ancora avvolti dalle fiamme. L’ordigno incendiario utilizzato è una “Lilly” (“strumento di guerra” utilizzato dal movimento del ’77 ed in precedenza dai brigatisti rossi), composta da un contenitore di plastica sottile ed un innesco esterno, con miccia incorporata, in grado di sciogliere la plastica e dar fuoco alla benzina. Ma il loro errore è stato nella costruzione dell’innesco (troppo corto), la fiammata li ha raggiunti subito dopo aver dato fuoco alla miccia. Il tempestivo intervento dei pompieri è servito solo a salvare il locale, niente è stato possibile per i due. Le forze dell’ordine alcuni minuti dopo hanno rinvenuto nell’auto di Harold una bottiglia di Whiskey ed un foglio battuto a macchina, presumibilmente un documento di rivendicazione.

Il testo citava: “Contro: Tossicomani di cravatta a righe! Drogati di capelli impomatati! Pazzi di alcool e fregati da miliardi di sigarette all’anno. Spacciatori di giacche di lino! Pompinatori di rossetto e Assuefatti – telex sindacato Forma! Mascalzoni tossicomani di perbenismo! Drogati di smog automobili tossicomani su strada! Spacciatori di discorsi bigotti e assuefatti da ipocrisia! Allucinati di pasticche cliché e annusatori di Conformismo! Tutti prigionieri di uomini Scarpe-di-cuoio Calzoni-militari.” * il caso Harold e Nelson è stato archiviato alla voce: crimini commessi da pazzi alcolizzati.

Noi del giornale dissentiamo da ciò, forse la loro morte ci ha un poco impietositi o forse perché pensiamo abbiano avuto ragione, almneno stavolta ma non li abbiamo mai creduti pazzi. Addio, e grazie di esserci stati.

* Tratto da “Venerdì 13” di Allen Ginsberg in “La caduta dell’America
a cura di Fernanda Pivano – Oscar Mondadori – Classici.