Senza Filtro A.I.P.M

 “Ciento nienti accirettero 'o ciuccio”
 “Hundred nothing killed the donkey”

I Terremotati virtuali

Ricordate? Nei giorni immediatamente seguenti il sisma che il mese scorso ha colpito Umbria e Marche, si è sparsa a macchia d’olio dalle nostre parti la notizia certa che in una delle notti tra il 28 e il 30 ottobre di questo pazzo 1997, un terremoto di entità catastrofica con epicentro ad Apice avrebbe colpito e distrutto ancora una volta le nostre zone.

Fonte autorevole: Padre Pio da Pietrelcina, apparso in sogno nella stessa notte a ben tre persone tra cui una bambina. La cosa improvvisamente ha destato un preoccupante e strisciante allarmismo tra la brava gente di queste parti che certamente non ha dimenticato l’esperienza del 23 novembre dell’80 (e del resto come avrebbe potuto?). Senza trascurare il fatto che Padre Pio sta conquistando sempre più la devozione dei fedeli a discapito dei Santi più “tradizionali”, a giudicare dalle svariate statue che a scadenza quasi settimanale, vengono erette in suo onore in tutta Italia. Ma non divaghiamo.

Dunque, la voce ha assunto i toni apocalittici della profezia e alquanto grottescamente è stata data per certa l’imminenza del cataclisma: Fratello Sisma (come è di moda chiamarlo oggi dopo che ha colpito e distrutto la terra di San Francesco d’Assisi) sarebbe venuto all’una di notte in punto a strapparci dai nostri letti e dai nostri sogni. Gli Uomini erano stati avvertiti.
Qualcuno si era organizzato per aspettare in compagnia, rigorosamente all’aperto, l’ora fatale, ma il freddo e la pioggia hanno frustrato la buona volontà degli aspiranti neoterremotati che sono stati costretti a restare tra le minacciose e pericolose mura domestiche a fissare al minimo rumore sospetto, il lampadario sul soffitto.

Forse noi di Senza Filtro abbiamo peccato di leggerezza e perso un’occasione storica. Pensate, e se davvero ci fosse stato il terremoto? Noi lo sapevamo già e avremmo potuto dedicare lo scorso numero interamente (e che Garcia Marquez mi perdoni) alla “Cronaca di una catastrofe annunciata” addirittura prima che questa accadesse. Avremmo potuto poi lasciarci anche la pelle, ma sarebbe stato uno straordinario scoop: il primo nella storia mondiale dell’informazione, oltre naturalmente alla soddisfazione degli eventuali autori sopravvissuti. Purtroppo ci siamo involontariamente e perciò colpevolmente disinteressati della psicosi-da-catastrofe-imminente-tipica-di-fine-millennio. Forse perché non abbiamo creduto che il buon Padre Pio sia stato relegato dal Padreterno al mortificante e antipatico ruolo di annunciatore di cataclismi. Di profeti apocalittici non ne hanno bisogno in Paradiso e credo neanche noi poveri mortali insieme alle “macchie” che spuntano dovunque o alle statuine che piangono sangue.

Ma il terremoto non c’è stato per fortuna, anche se possiamo sempre rifarci con un’alluvione, dopotutto sarebbe una nuova esperienza per noi terremotati storici.
E a proposito di Storici, concludendo, mi piacerebbe citare con non poca soddisfazione Eric J. Hobsbawm che nel suo “Il Secolo breve” riprende a sua volta le parole del poeta Thomas S. Eliot:
Il mondo finisce in questo modo: non con il rumore di un’esplosione, ma con un fastidioso piagnisteo“.
Adesso siete tutti avvisati.