Senza Filtro A.I.P.M

 “Vuoi 'a votte chiena e 'a mugliera 'mbriaca”
 “You want your barrel full and your wife drunk”

FBN – From Benevento to Nowhere

Li riconosci dalla striscia laterale verde sullo sfondo grigio: i vagoni della “Valle Caudina” (accezione plebea di Ferrovia BN-NA) sono talmente inconfondibili da poter essere individuati ad occhio nudo dal più miope degli astronauti della MIR anche in condizioni di scarsa visibilità notturna.

Ogni giorno, da mattina a sera, questi amati treni percorrono chilometri e chilometri attraversando colline, valli, monti (e viceversa) riempiendo di gioia, col loro fischio, l’animo di chi li ascolta e consentendo veloci e puntuali spostamenti a lavoratori, studenti, turisti e teste di cazzo (sì anche loro, o anche noi, fate come vi pare…). Per non parlare dei comfort(s) a disposizione dei viaggiatori durante il sublime trasferimento: sedili, anzi poltrone comodissime dalle quali non vorresti mai alzarti (io ne ho 62 uguali nel salotto di casa mia); inoltre aria condizionata con dispositivo ionizzatore (o ionizzante), tendine parasole che scivolano sù e giù, liscie come il disco di ghiaccio secco nella vasca da bagno; ed, infine, quel leggero ma percettibile odore di lavanda & ciclamini & violette di bosco che ti rilassa, ti contamina, ti ipnotizza le narici non chiedendoti altro che l’obliterazione di un misero biglietto. (Basti pensare che il capitano Kirk della nave spaziale Enterprise dovendosi spostare da Tufara Valle, dove si era recato per assistere alla partita TufaraValle-Rotondi, a S.Maria a Vico, dove era parcheggiato il modulo spaziale, decise di utilizzare l’FBN, in compagnia di Mr. Spock, al posto del teletrasporto, motivando la sua decisione così: “It’s faster !!!”).

Bene, come avrete avuto modo di constatare se avete preso il treno in questi ultimi mesi, queste sono tutte “grandissime hazzate”. Il fatto è che ultimamente le condizioni di questa importantissima linea ferroviaria stanno degenerando: i vagoni sono visibilmente deteriorati – c’è ruggine dappertutto, freni che si bloccano, motori che non partono (qualcuno parla di un piccolo incendio su un vagone, ma voglio pensare che sia un’invenzione). Sembra quasi che l’FBN stia cercando di adattarsi allo standard attuale dei trasporti su rotaia che caratterizza le FS, colpite dal ciclo dei deragliamenti.

Ora, anche se la natura è una cosa stupenda, personalmente mi sono stancato di osservare, quando il treno si ferma per minuti e minuti e minuti… nelle campagne fra S.Felice a Cancello e Cancello (o Cancello e Napoli), i solchi nei campi e le coltivazioni di broccoli che quando fioriscono, poi, c’è sempre qualcuno nel treno che li scambia per bonzai di mimose.
Inoltre, gentilmente, qualcuno mi deve spiegare perché nei giorni e negli orari di punta (vedi lunedì mattina) il treno è composto al più da tre vagoni stracolmi di gente mentre il sabato pomeriggio ci sono quattro vagoni ciascuno occupato da otto o nove persone.
Con chi mi devo incazzare? Con il controllore? Con il macchinista? Con il capostazione? Con la POLFER? Con quello seduto di fronte a me e stiamo stretti? Con quello che dorme, urtando continuamente il finestrino con le tempie? Con l’amministratore o con l’ingegnere e con tutti i soldi che guadagnano? Con chi considera i viaggiatori solo per gli introiti derivanti dai loro biglietti? Con la Regione Campania, con le province di Benevento, Napoli, Caserta ed Avellino che almeno potrebbero deliberare l’insediamento di qualche accampamento di indiani mercenari quà e là creando posti di lavoro e giustificando così la lentezza e l’insicurezza di questo servizio che somiglia sempre di più a quello delle diligenze, che comunque erano certamente più divertenti?

Non posso neanche dire che come al solito tutti protestano ma nessuno fa niente (come me del resto) perché nessuno si lamenta o almeno io non vedo gente che si lamenta a sufficienza.
E allora come vogliamo fare? Aspettiamo, siamo abituati, ma intanto incazziamoci addosso.