Senza Filtro A.I.P.M

 “Femmene, ciuccie e crape teneno tutte 'a stessa capa (proverbio talebano)”
 “Women, donkeys and goats, have all the same brain (taleban proverb)”

Appunti di estetica cinematografica

Porremo al centro della nostra esposizione un genere cinematografico, considerato minore, ma che mette a nudo interessanti prospettive ai nostri fini: il cinema Pornografico. Un illustre precedente, quanto alla trattazione con approccio scientifico di un simile tema può essere ritrovato negli scritti del Prof. Umberto Eco (si veda “Come riconoscere un film porno” l’Espresso, 1989;).

L’obiettivo che si propone la presente trattazione è quello di analizzare e confrontare le quattro scuole cinematografiche più illustri nel campo della pornografia: quelle Italiana, Statunitense, Tedesca e Francese. Restano quindi escluse le cinematografie orientali e dell’Europa dell’est, né questo deve stupire: chiunque abbia mai assistito alla proiezione di un film Cinese, o Polacco, per fare solo due esempi, sa benissimo che tali scuole cinematografiche prediligono tempi e modo espressivi incompatibili con la pretesa, evidentemente alla base del cinema pornografico, di tenere alta l’eccitazione dello spettatore. Sono film in cui la dilatazione del montaggio analogico permette un approfondimento psicologico notevole, ma trasporre quelle tecniche nel cinema porno significherebbe, perdonate il tecnicismo, che per vedersi una sana scopata bisognerebbe passare tre giorni chiusi nel cinema, il che non è consigliabile, dato il tipo di persone che frequentano quelle sale.

In omaggio agli inventori del cinematografo, inizieremo dal cinema francese. E’ risaputo che i francesi non sanno fare i film. L’espressione tipica dei critici che escono dalla sala di proiezione dopo aver visto un film francese è invariabilmente la seguente: “Che palle !”. L’incauto potrebbe osservare che, dato il genere di film di cui stiamo trattando, si tratti di un complimento. Niente di più sbagliato: le palle di cui sopra non sono quelle dell’attore, ma dello spettatore. Infatti i francesi, con la loro fissazione, concedetemelo, per i giochi di montaggio non riescono a fare nemmeno un sano film porno senza metterci una marea di flashback, dissolvenze incrociate, stacchi e cagate del genere, il che è a dir poco irritante: mentre Ubaldo e Ubalda (dico per dire ) ci stanno dando dentro come ricci in un giorno di primavera, ti tocca sorbirti l’inutile rivisitazione della vita del fratello scemo di Ubalda, cosa di cui non potrebbe fregarti di meno. Cos’altro dire: è chiaro che finché continueranno a fare film di questo tipo, i Francesi saranno condannati a guardare Italiani, Tedeschi e Americani, e poi ci si chiede perché la parola voyeur sia appunto una parola francese.

Gli Italiani lo fanno meglio! Il cinema porno italiano ha assimilato la lezione che Eco ha chiaramente espresso: il cinema porno rappresenta la trasgressione, e “perché la trasgressione abbia successo occorre che si disegni su uno sfondo di normalità”. Ed è chiaramente con questa nobile idea in testa che i cineasti italiani amano arricchire il proprio lavoro con degli elaborati dialoghi, i quali da un lato fanno molto cinema colto (I tempo morti sono alla base, come dicevamo, delle cinematografie d’avanguardia dell’est europeo e dell’Asia), ma dall’altro finiscono per essere una mossa controproducente. Infatti, e non si capisce perché, i dialoghi sono sempre afflitti da una grande banalità. Ovviamente non ci riferiamo alle espressioni di piacere durante l’amplesso: non sarebbe né il momento, né il luogo, anche perché trattasi di attività da svolgere con molta attenzione, e distrarsi per seguire il filo dei ragionamenti potrebbe essere fatale…
In questa sede ci riferiamo ai dialoghi che intercorrono tra gli attori prima e dopo i momenti culminanti del film, dialoghi che, lo ripetiamo anche a costo di inimicarci qualcuno) sono decisamente banali, e talora ridicoli.
Ed a nulla valgono le immense doti espressive degli attori: ci si annoia!

Veniamo ora a Tedeschi ed Americani. La trattazione di queste due scuole può essere affrontata contemporaneamente: la cultura anglosassone è monolitica, e rigida. Si tratta di popoli che hanno, nel proprio DNA culturale il senso della necessità di arrivare al sodo: “Don’t tell me, show me” è un detto molto amato dagli statunitensi. E basta leggere i più attenti studi socioculturali sul mondo anglosassone (su tutti Max Weber, “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”) per comprenderlo. Non c’è tempo da perdere, e così il tipico film porno americano o tedesco inizia, continua e finisce sempre mostrando cose indicibili: più crudo dello stile italiano, ma certamente più diretto.
Le due scuole sono però divise da un’importante differenza: la scelta degli attori. Gli Americani prediligono un discorso estetico più elevato, e così danno spazio ad attori ed attrici che, senza nulla togliere all’abilità espressiva, hanno un aspetto decisamente piacevole: uomini e donne (e cani, cavalli, rinoceronti, dinosauri e via dicendo, se è per questo), sono sempre in forma fisica perfetta, con sommo piacere per l’esteta che non cerca solo storie di accoppiamenti, ma anche refrigerio all’anima, offesa dalle sconcezze della vita moderna (pensate al dolore, definitivo, direi quasi, che può derivare dalla vista di oscenità come una mostra del Caravaggio).

I Tedeschi, a quanto pare, prediligono un maggiore realismo (e non è un caso, dato che, come più volte avvertito, il cinema mitteleuropeo si caratterizza per la sua sincerità, talora eccessiva nell’esprimere i moti dell’anima). Questo comporta che essi scelgano attori meno prestanti, più “normali”, dando così allo spettatore il senso della quotidianità, con un fine non dissimile, tutto sommato, da quello perseguito dal cinema italiano.
In definitiva: se volete rompervi le palle, e vedere due (o tre, o quattro, o quanti ve ne pare) che non riescono mai a farsi una sana scopata, scegliete un film francese; se siete sordi, o non capite la lingua, e, quindi non siete urtati dalle banalità verbali, la scuola italiana è fatta apposta per voi; se volete vedere delle strafiche che si fanno degli strafichi (e metteteci voi tutte le combinazioni possibili per quantità, sesso e specie degli attori) scegliete il made in U.S.A..
Se volete vedere uno come voi (id est: grassoccio, tarchiato e pieno di brufoli sul sedere, nonché, ovviamente ipodotato) che si ripassa una come vostra moglie, piatta come un’autostrada e frigida come un ghiacciaio alpino, cercate un prodotto tedesco.
Buona visione.