La maggioranza silenziosa?
Ivan VeleNella nostra noiosa e già stanca realtà caudina l’avvicinamento dei giovani alla scena politica è un processo tribolato e traumatico. La politica ed i suoi artefici sono visti ancora come qualcosa di deleterio, qualcosa che mortifica la comune morale, retaggio della pessima amministrazione della cosa pubblica dal secondo dopoguerra ad oggi. Nonostante questa situazione poco invitante, ci sono giovani e meno giovani che tentano la loro avventura politica, gettandosi nella mischia o meglio, nella melma, colmi di buoni propositi che successivamente verranno travolti dal rapido susseguirsi degli eventi.
Ritornando al nostro piccolo teatro politico, ci sono ragazzi, chi più, chi meno, impegnati politicamente. Molti sono i giovani che “professano” il culto del comunismo, quello storico, puro e reale. Questi sono i ragazzi che fanno dei vari Guevara e Lenin i loro miti, che pragmaticamente si rifanno al loro messia Fausto e inneggiano, sotto la luce della falce e del martello, alla lotta di classe (possibilmente armata).
Di minore entità, ma non per questo meno divertente, è il fenomeno dei cosiddetti ragazzi di destra, per capirci quelli con i capelli rasati, gli anfibi anti-negro ed il loro bravo e sempre amato bomber nero con tanto di spilletta raffigurante la croce celtica.
Ma la stragrande maggioranza dei giovani caudini è costituita da coloro che il grande Dante collocherebbe nel girone degli ignavi, quei ragazzi che nell’urna elettorale portano con sé il bigliettino scritto da papà.
Osservando però i comportamenti di queste tre categorie, spesso capita di confonderci, il giovane di sinistra ha usi e costumi (aggiungerei tenore di vita) tipici del ragazzo di destra, il giovane di destra “fa usi” propri di quello di sinistra.
Insomma siamo di destra, di sinistra o siamo e basta?