COMUNICATO N.2/bis – Ti vogliamo bene
JSPProvate a mettervi davanti ad uno specchio (credo che sappiate di cosa sto parlando) e guardate la vostra figura riflessa fissandola negli occhi. Non succede niente. Ma guardate bene, anzi guardatevi bene, scrutatevi, analizzatevi, pensate a quello che state vedendo. Continua a non succedere niente. Forse perché state guardando le vostre labbra, le vostre mani, i vostri possenti muscoli, il vostro seno straordinario, i vostri capelli, i vostri peli, le vostre gambe, il naso, le orecchie, etc. etc. Bene! non ci siamo proprio.
Dovete guardarvi negli occhi, al centro della palla oculare, nel nero della pupilla, in quel nero puntino che si dilata e si contrae a seconda del vostro stato emozionale. Guardate, fissate. Non succede niente e pensate che state perdendo tempo: può darsi che sia davvero cosi, ma se dopo un po’ non riuscite ad allontanarvi dallo specchio e avete la sensazione che tra i vostri occhi e quelli riflessi ci sia qualcosa che non riuscite a spiegare, mentre l’immagine si sdoppia e la vista si appanna, non abbiate paura: state finalmente cominciando a capire. Tre gruppetti di persone si affollano alle vostre spalle, vi sembra di conoscerli anche se la sensazione di non averli mai visti è comunque forte. Vi sembra di ascoltare risate e pianti che si fondono in un unico suono inspiegabilmente armonioso.
State calmi, non state morendo e nemmeno impazzendo; state semplicemente vivendo uno di quei fenomeni previsti dalla vita ma poco pubblicizzati ancora a causa delle solite logiche di mercato che ormai intridono il divenire del nostro essere, ingabbiandolo in consolidate e stantie strutture etico-sociali-politico-economiche inebetendo le nostre già stanche coscienze. Ma mentre pensate a come possa essere così facilmente intriso il divenire del vostro essere ed affondate nel torpore, nello stesso istante udite una sonora risata ed una mano si poggia sulla vostra spalla: sono proprio loro, sono gli scherzi della vita che vi guardano e ridono fino alle lacrime ( le vostre ovviamente) mentre i fantasmi del passato e le chimere del tempo che deve ancora venire sono dietro di voi incuranti dei vostri rimorsi e delle vostre speranze.
A questo punto, solitamente, ci si perde nelle solite avvilenti domande: CHI SONO IO? DA DOVE VENGO? DOVE VADO? Cosa sono stato? Cosa mi aspetta? Vedrò mai navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione? L’immagine nello specchio è così diversa da me, ma intanto quello sono io o almeno così appaio nel mondo dei sensi, certo! AAAAAAAAAHHHHHHH!!!! CHI SONO? CHI SOOOOOONOOOOO ……………..?
La letteratura ed anche un po’ di senso pratico ci dicono che non c’è una sola risposta a questo tipo di domande quindi, passando dal plurale al singolare, caro amico, io mi sento autorizzato ad aiutarti fornendoti una mia analisi nonché interpretazione della tua grama situazione. Chi sei? Ora te lo dico io chi sei! Sei uno che non viene al CENTRO SOCIALE ( ebbene sì! ci risiamo sempre la stessa tiritera (?! ) perché pensi che siamo tutti comunisti, tutti alternativi e antagonisti, tutti stronzi, tutti universitari e/o pseudo-intellettuali, o semplicemente perché non ci conosci e sei timido – povero bimbo ! vienici a trovare ti tratteremo bene… – o anche perché sei talmente pieno di pregiudizi e così pieno di diffidenza che hai paura di confrontarti con noi per il timore di incontrare qualcuno che ascolti le tue idee, anche non condividendole, o, infine, perché non vedi l’utilità di un centro sociale & culturale: su quest’ultimo punto, caro amico hai perfettamente ragione, il centro sociale non serve a niente, come tutta la vita del resto. Da dove vieni? Vieni da un substrato sociale & culturale simile al mio? Se è così, bene, ho trovato un altro pazzo; se non è così, se sei diverso da me, hai altri problemi e altre aspirazioni e ancora meglio: la diversità, l’essere eterogenei e non omogenei e/o omogeneizzati, è ricchezza per tutti: tu hai qualcosa che io non ho, io ho qualcosa che tu non hai e ciò è vero anche al di fuori del rapporto uomo-donna. Dove vai? Ma vai dove ti pare e fai quello che vuoi, ma se hai qualcosa da dire e qualche progetto in mente e fai funzionare il cervello a metà fra emisfero destro & sinistro, se sei un ossesso razionale o un folle sognatore, allontanati dal pantano del facile chiacchiericcio e dell’inutile surrogata critica da bar e vienici a trovare: tu non lo sai, ma noi, ti vogliamo bene.
“All the promises we made, from the cradle to the grave … when all I want is you …”