I giovani cervinaresi e la politica
Antonio AlbarelliA pochi giorni dalle elezioni amministrative del 29 novembre, è un dovere spiacevole quello di notare la poca e disattenta attenzione giovanile a questo importante appuntamento elettorale. Il quasi totale disinteressamento dei giovani alle vicende politiche locali, ci priva di un importante contributo di proposte ed idee che vadano nella direzione di un rinnovato spirito di intervento politico mirato alle questioni giovanili.
In questo quadro a poco è servito anche il faccia a faccia tra i due candidati alla poltrona di primo cittadino, organizzato dall’A.C. della parrocchia di Sant’Adiutore. L’encomiabile impegno dei giovani cattolici di Cervinara, non nuovi a manifestazioni di interesse sociale, purtroppo male si S sposato con una gestione approssimativa degli argomenti di discussione. Alla luce di ciò, il continuo chiamarsi fuori degli intervenuti con frasi come “Noi non vogliamo far politica”, altro non è che stato che una chiara attestazione di incongruenza ed una contraddizione in termini con quello che si stava per affermare o chiedere.
Ora, contestata l’estraneità dei giovani da qualsiasi forma di partecipazione nei riguardi di una gestione politico-amministrativa, forse perché ancora colpevolmente ingabbiati in una visione qualunquistica ed ancorata ai troppi luoghi comuni legati alla demonizzazione dei soggetti politici, il quadro che ne viene fuori non è dei più esaltanti. Il bisogno di una chiarificazione che vada nella direzione di una rinnovata coscienza critica è impellente.
L’obbiettivo da perseguire deve essere volto ad un impegno immediato in una campagna di voto mirata alle più imminenti esigenze, senza però prescindere da una educazione elettorale. E’ necessario ed impellente che la nostra categoria (i giovani) debba essere istruita nella scienza della politica, così che possa capire pienamente cosa significhi il dare un voto, che cosa si presume che quel voto produrrà, ed ancora come utilizzare questo potere elettorale per controllare la politica della nostra comunità ed i politici che rappresentano questa comunità.
E’ in questa direzione di crescita civile che bisogna lavorare, affinché il voto altro non sia che una partecipazione attiva alla gestione del potere.