Senza Filtro A.I.P.M

 “Dicette 'a pappice avvicino 'a noce: "Damme tiempo ca te spertoso"”
 “Said the bug to the nut: "Give me more time and I'll pierce you"”

Lezioni di eziologia

Svegliarsi di soprassalto in piena notte col cuore che schizza nello sterno e non lo tieni perché è un uragano tachicardico e le coperte sono inzuppate nonostante fuori sia ormai inverno e cominci a tremare come una foglia di acero in preda ad un panico cosmico ma è quasi Natale ma sei a casa al sicuro nel tuo letto solo che non sai dove cominciare se ne sarai capace dove andrai a parare quale altra maschera scoverai nella nebbia daliniana tu, novello Arnaldo Pomodoro o se potrai mai riascoltare quella piccola aeriforme melliflua litania balcanica che da bambino ti incuriosiva tanto. “Tout sentiment penible me coute a imaginer“, sarà che forse questo Rousseau d’annata filtrato attraverso quel birichino Beaujolais di un Pavese ti è rimasto sullo stomaco e preferisci volentieri cenare la sera esagerando con fritture oleose+fagiuoli sgungularielli+broccoletti irpini con agliettino doc; sarà che ti è rimasto il dubbio su che fine abbia fatto quell’arguto sommelier di tuo fratello che non è ancora rientrato (letto di fianco al tuo intatto); sarà che forse hai nostalgia dei quesiti esistenziali dei tuoi quattordici anni o più semplicemente che quel leggerissimo odore di formaldeide che invade la tua mente è mero prodotto dell’immaginazione.

Fatto sta che hai lo stomaco in disordine, e nel dubbio ti alzi e ti dirigi verso la cucina. Una punta di bicarbonato e via. A ruota libera. Ma perché tanta agitazione? Dovresti essere contento ora che Schroeder ha portato al governo verdi e Spd in Germania, ora che tua nonna ti perseguita con le telenovelas su Telecapri per tutto il pomeriggio, ora che hai scoperto che il popone non è un peperone grosso come avevi sempre pensato ma è una specie di cocomero, ora che ti puoi finalmente abbandonare a frenetiche danze notturne: polka, mazurka, valzer romagnolo e lambada senza ritegno alcuno, il tutto genuinamente appreso al balletto della compagnia dei sulfurei demiurghi slovacchi che danno lezione gratis ogni mattina alle quattro su Internet.

Ma continui ad avere il fegato sul punto di esplodere. Che fare? Si potrebbe organizzare in fretta una libagione in coppe di cristallo di Leerdam con i tuoi amici contadini in onore di Dioniso che ha scacciato la peronospera dalle viti ma chi li sveglia a quest’ora? C’era un tempo in cui di notte avresti desiderato il sonno più di ogni altra cosa. Prova a ricordarti quando eri di guardia alla Berardi e il piantone veniva ad urlarti nelle orecchie BUNKER MONTANTE TRE-CINQUE! SVEGLIA!

Adesso invece tutto è cambiato e nonostante tutto dormi poco e parli troppo mentre lo fai e blateri cose strane, parli in lingue amorfe e ti lamenti e farfugli suoni presi in prestito qua e là, si sa, dal Necronomicon dell’arabo pazzo Abdul-Alhazred. Tuo fratello ti dice sempre che devi smetterla di fare citazioni mentre dormi ma tu ribatti impassibile che c’è chi fa citazioni come fenomeno (per mostrarsi), chi le fa per finta, chi le fa tanto per fare e chi non le fa affatto e ti piacerebbe appartenere a quest’ultima categoria nevvero… Ultimamente poi ti sei chiuso in una delirante misantropia e non esci di casa per tutto il giorno, te ne stai rintanato in una stanza buia perché non sopporti più la gente e la eviti perché la folla è troppo stupida e non ha alcun senso, e se vedi qualcuno che ti si accosta in mezzo alla strada scappi subito furente nonché terrorizzato e ti accontenti della mansarda umida insieme ai tuoi quattro libri e ai tuoi vecchi amici pesci tropicali, che tanto i ciclidi africani aiutano a vivere meglio, molto più della musica.

Pertanto di questo passo prevedo che, obtorto collo, finirai per rinchiuderti prima o poi in una bettola senza vedere nessuno, a dipingere quadri a tinte malaticce, tele oscure sul genere-dipinti neri di Goya senza il conforto di esseri umani che ti portino i rice-crispies al mattino o gli gnocchi panna porri asparagi e speck a pranzo, senza flight simulators sulla Play-station e, peggio ancora, senza avversari per la scalaquaranta! Niente di niente! Alienato senza avere più contatti con il mondo, privato perfino della gioia di sbranare un McBacon menu al McDonald’s. Che tristezza! Teoremi nebulosi fondati su parametri stocastici abitano i tuoi pensieri e mentre quel complesso macrorganismo paralchemicrepuscolare che è la tua mente raggiunge lo stato di fermentazione di un pezzo di gorgonzola decidi finalmente di tornare a rivedere il cuscino, tantopiù che lo stomaco si è calmato e tuo fratello è già tornato da un pezzo. Lo vedi? Ora ti stendi e ti addormenti tranquillo.

La Valle Caudina è la culla d’Europa e domattina erigeremo un busto ligneo del profeta Pedro nella villa comunale di Paolisi e lo difenderemo strenuamente contro la furia iconoclasta che strisciante si sta diffondendo in questa società malata che si avvia inesorabilmente verso lo sfascio del terzo millennio.
All’armi! All’armi!