Il Cecchino e Babbo Natale (fiaba in due movimenti)
Claudio SimeoneE state lontano dai guai, pazzerelli.
Sarà, ma io non ho mai capito qual è la differenza.
Non è solo una questione di età.
Mezzanotte meno tre minuti, fa un po’ freddino e quel figlio di puttana ancora non si fa vedere.
Spero che sia un buon Natale.
Non è vero che lui non esiste, è totalmente falso, sarebbe come dire che non esiste la neve, la televisione, ma come si fa a concepire una fesseria così?
Una volta lo aspettavo, ma poi ho smesso, convinto che fosse solo un’invenzione, una favola. Però, ogni anno sotto l’albero qualcosa la trovavo. Pezzo per pezzo. E alla fine ho capito che non era un’allucinazione.
E’la Befana che non esiste.
Adesso è completo, ventisei anni ci son voluti da quando gli mandai quella letterina. Volevo un bel fucile di precisione, con mirino telescopico, naturalmente. Anno dopo anno, aspettando il santo e bastardo Natale l’ho montato, smontato e rimontato, pulivo i pezzi, studiavo i marchingegni che già avevo e immaginavo quelli che mi mancavano.
Sarà un bel Natale.
No, una differenza c’è.
I bambini oggi pensano ai videogiochi, alle playstation e desiderano diavolerie che li incantano solo un’ora. E dopo appena cinque minuti è tutto finito, la magia si è spenta. Io no, è un Natale che dura da una vita.
Sono appostato sul tetto e fa freddo, ma non c’è la neve, non c’è mai stata la neve a Natale per quello che mi ricordo. Ecco, il Natale che vedi in televisione, quello è il Natale vero, quello che tutti sognamo di festeggiare, tra spumanti, panettoni e tutti contenti di gustare cibi prelibati, i nonni, i bambini, ognuno con la sua letterina sotto il piatto, aspettando Babbo Natale, quello vero, con le renne.
Lo prenderò alle spalle, proprio mentre spicca il volo con la slitta, è una cosa che non si fa, ma non ho scelta: dovrei aspettare l’anno prossimo e non mi va. Non mi piace aspettare.
Quest’anno poi mi porta le cartucce.