Racconto di un incubo d’inverno
Daniele MainolfiSabato 30 gennaio ’99 ore 0.09
E’ una di quelle sere da dimenticare, degli amici nemmeno la traccia, la ragazza era indisposta, fuori piove a dirotto, perfino il Dio del sonno sembra avermi abbandonato, l’unica alternativa per ingannare la notte è sempre lei, l’unica amica fedele e ineguagliabile. Mi alzo, la cerco, ma di lei nemmeno la traccia. L’angoscia mi prende sempre più, la voglia di lei è irrefrenabile, giro e rigiro tante volte per tutta la casa, ad un tratto ha la sensazione di aver individuato qualcosa di lei, mi chino e lo raccolgo. Un lampo di gioia illumina i miei occhi, ormai ci sono, non può essere lontana, la mia grande voglia di lei sembra placarsi, mi sento già appagato, il mio continuo cercare è stato ricompensato. La sento sempre più vicina, la vedo, mi allungo per prenderla e quando ce l’ho in pugno ho una prima brutta sensazione, la guardo e mi accorgo che non è solo una sensazione, si è verificato ciò che temevo.
L’angoscia mi prende sempre più, tutto diventa tetro, le gambe mi vengono meno e mi accorgo di stare davvero male. La sensazione è bruttissima, ho voglia di gridare, ma la mia gola è talmente asciutta da non permettermi ciò, mi scuoto di soprassalto, sono tutto sudato, mi guardo intorno e alla fine mi rendo conto che era tutto un sogno, un pessimo sogno. Sono seduto vicino al caminetto, la stanchezza mi aveva sopraffatto, cerco di ricordare l’incubo e mentre l’angoscia sta per avere di nuovo la meglio sulla mia persona, alzo di pochi centimetri lo sguardo e subito mi sento meglio, lei è lì, bella come non lo era mai stata prima. Mi alzo, resto a contemplarla per un po’, poi l’afferro con le dita della mia mano ed ormai è mia. Prendo un bicchiere, ne verso un po’ e mi accingo a bere, il suo sapore è indescrivibile, mi sento come il dio Bacco che sorseggia il suo bicchiere di nettare.
Mi risiedo vicino al caminetto, mi accendo una sigaretta, e rimango a contemplare la bottiglia tutta la notte, allo stesso modo in cui un amante avrebbe fatto con la sua Amata. L’unica certezza che avevo io più di lui è che la bottiglia non avrebbe mai potuto tradirmi.